Lavorazione e storia del sapone

La lavorazione del sapone di Marsiglia

Le nostre macchine di produzione originali marsigliesi, con lavorazione "a freddo", rispettano i segreti della tradizione e producono un numero limitato di pezzi/giorno (circa 800 saponette da 100 gr.), la pazienza nel taglio e timbratura rigorosamente manuale di ogni singolo sapone è nostra la migliore garanzia di lavorazione tipica artigiana.

La linea SENZA COLORANTI e il sapone LATTE DI GIUMENTA sono i nostri "ambasciatori di qualità".

Tabella comparativa

Saponificio

Pezzi al giorno (1pc. 100g)

Rose e Caprioli

800

Semiartigianale

15-20.000

Industriale

200.000


Le fasi della lavorazione

La saponificazione “Marsiglia”
avviene tra olii esclusivamente vegetali e soda. Vedi descrizione dettagliata a fondo pagina.

La laminatrice
vero segreto della nostra lavorazione. I tre rulli in granito, regolabili, consentono la così detta "lavorazione a freddo" trasformando il sapone in scaglie.

La mescola
avviene impastando le scaglie di sapone con preziosi preziosi ingredienti naturali garantendone così un prodotto di Alta Qualità.

La budellatrice
attraverso una vite senza fine il sapone mandato in pressione ne conferisce consistenza e forma mediante il foro di uscita consistenza e forma al "budello".

Il Taglio
Il "budello" di sapone, per mezzo di un distanziale regolabile ed una corda d'acciaio a ghigliottina, viene tagliato manualmente stabilendo il peso della saponetta.

La timbratura manuale
di ogni singolo pezzo ci consente un’alta personalizzazione del prodotto.


Dal Sapone di Marsiglia all’Antico sapone di Montagna

Il sapone di Marsiglia, o sapone Marsiglia, è un sapone naturale prodotto secondo l'antica metodologia conosciuta come Marsigliese.
Il nome indica la città francese che ha perfezionato e reso famoso un procedimento appreso, a partire dalla fine del XIV secolo, dai maestri saponieri del ponente ligure e della penisola iberica.

Nel tardo Medioevo la produzione di Marsiglia non aveva ancora raggiunto la fama che avrà poi nei secoli XVII-XIX. Non è raro, fino al pieno Cinquecento, trovare documenti che parlano di sapone fabbricato alla maniera di Genova, cioè alla ligure, regione ancora all'avanguardia nel settore, almeno dal punto di vista qualitativo. Ancora nel corso del XVI secolo infatti le saponerie marsigliesi parlavano di saponi à la mode de Gaete o de Genes.
Gli ingredienti utilizzati erano perlopiù olii e grassi facilmente reperibili in loco.
A Marsiglia veniva soprattutto saponificato l’olio di oliva della Provenza a cui, nei secoli successivi, si sono aggiunti gli olii di cocco, palma e palmisto (semi di palma) provenienti dalle colonie francesi. Nel Ponente Ligure invece veniva impiegato sia l’olio di oliva che grassi di origine animale, provenienti dai numerosi allevamenti presenti nell'immediato entroterra.

I contatti tra la Valle Stura e la città di Marsiglia si perdono nella notte dei tempi e sono soprattutto legati alla transumanza.  Testimonianza di questo legame è l’Ecomuseo della Pastorizia di Pietraporzio.
Fortemente in uso presso le popolazioni alpine era la cosiddetta "lessiva", questo metodo di lavaggio dei panni utilizzava le ceneri come elemento detergente e smacchiate, ma non permetteva l'uso cosmetico.
Già anticamente in Montagna le nostre popolazioni “facevano il sapone in casa”, anche ad uso cosmetico, perlopiù con lo scarto dei grassi animali, e ne addolcivano l’odore con le spezie locali, probabilmente il continuo scambio tra le popolazioni vallive e la Provenza ne favoriva le ricette.

LA SAPONIFICAZIONE MARSIGLIESE

La vera saponificazione conosciuta come Marsigliese si effettua in grosse caldaie a pressione ambiente e comprende varie fasi, che si alternano durante
6 giorni e 6 notti:

  • impasto: gli olii vegetali vengono immessi in caldaia, dove si aggiunge l’alcale che innesca il processo di saponificazione. La sostanza alcalina comunemente utilizzata per la produzione di saponi duri di qualità è la soda, anticamente ricavata da un’alga marina chiamata salicornia. Nei secoli passati veniva comunemente utilizzata anche la potassa, ricavata dalla cenere di vari tipi di legno, con la quale però si otteneva un sapone molle non adatto ad essere stampato.
  • cottura: il sapone ottenuto dalla reazione tra le sostanze grasse e l’alcale cuoce ad una temperatura di circa 80/90°C durante il giorno, mentre riposa di notte, con la caldaia coperta per mantenere il calore e completare la saponificazione.
  • separazione: il sapone viene "lavato" con acqua e sale marino per far precipitare al fondo della caldaia eventuali impurità ed eccesso di glicerina, che vengono successivamente spillati.
  • liquidazione: il sapone puro rimasto nella parte alta della caldaia viene portato ai valori ottimali previsti in ricetta. Dopo un lungo riposo viene pompato nell'impianto di concentrazione dove, grazie al vuoto ed al calore, cede l'umidità passando allo stato solido. Un sapone puro e di qualità deve essere neutro, cioè non può contenere alcali liberi. Il sapone Marsiglia Rose & Caprioli è a prodotto secondo l'antica ricetta originale dei laboratori artigianali di Marsiglia.

Il nostro segreto? Farvi sognare con i profumi delle nostre montagne riscoprendo il piacere di lavarvi le mani